Test Accesso Programmato 2024

MATERIA: COMPETENZE DI LETTURA E CONOSCENZE ACQUISITE NEGLI STUDI

Quesiti Risposta Multipla

218. Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. 
La scomparsa del re avvenne in un frangente critico per la Francia rivoluzionaria. All’esterno le truppe francesi pativano pesanti sconfitte contro le potenze assolutistiche che gli avevano dichiarato guerra l’anno precedente. All’interno, nella regione della Vandea, era scoppiata una grande ribellione controrivoluzionaria, che avrebbe spinto il governo repubblicano a inviare migliaia di soldati per cercare di sopprimerla. In tutto il Paese la guerra aveva provocato una carestia, che a sua volta aveva portato a numerose rivolte. In un simile e difficile contesto, nel 1793, tra i circoli rivoluzionari si consolidò l’idea che queste difficoltà dipendessero dall’azione occulta dei nemici della Rivoluzione: ex aristocratici, preti che non avevano accettato la legislazione repubblicana ostile alla Chiesa o anche individui che approfittavano degli eventi per arricchirsi.
Gli “accaparratori”, insomma, i quali rivendevano i prodotti di prima necessità a un prezzo maggiore di quanto li avevano pagati. Nel settembre dell’anno precedente una simile concomitanza di minacce esterne e timori di complotti interni aveva dato luogo a un terribile episodio: una folla inferocita aveva fatto irruzione nelle carceri di Parigi massacrandone i detenuti. Per cinque giorni chiunque veniva considerato un controrivoluzionario era sottoposto a un processo sommario per poi essere trucidato lungo i corridoi o nelle strade limitrofe da cittadini armati di spade, asce, picche e bastoni. Il bilancio finale era stato di più di mille morti. Quando il 10 marzo 1793, nell’anniversario della presa del palazzo delle Tuileries, i sanculotti si rivoltarono contro l’assemblea, i capi rivoluzionari decisero che bisognava evitare a tutti i costi il ripetersi di una nuova strage. Purché il popolo non si facesse giustizia da solo, la Convenzione introdusse una serie di leggi e fondò alcuni organismi incaricati di arrestare e giudicare i nemici della Rivoluzione. Nacque così il regime del Terrore. Uno dei grandi leader del momento, Danton, riassunse in una sola frase la nuova tappa politica: «Siamo terribili per dispensare il popolo dall’esserlo».
(Da: “Il Terrore, il culmine della Rivoluzione Francese”, di Vladimir López Alcañiz, National Geographic) 


  Dalle parole di Danton citate nel brano sulla nuova tappa politica, si evince che egli: 
210. Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. 
A dicembre inoltrato, Castoro Grigio partì per una spedizione lungo il Mackenzie, accompagnato da Mit-sah e Kloo-kooch. Castoro Grigio guidava una slitta trainata da alcuni cani di cui era diventato proprietario barattandoli con altre merci, e da altri presi in prestito. Un'altra slitta più piccola era invece condotta da Mit-sah, e a questa fu legata una muta di cuccioli. Era poco più che un giocattolo, eppure per Mit-sah. che sentiva di iniziare a svolgere un lavoro da uomini, aveva un grandissimo valore, Stava anche imparando a guidare i cani e ad addestrarli, mentre i cuccioli stessi venivano abituati ai finimenti. Inoltre, la slitta aveva una sua funzione, poiché era carica di quasi un quintale di cibo e attrezzature.
Zanna Bianca aveva già visto i cani dell'accampamento trainare faticosamente le slitte, e dunque non si risentì troppo quando per la prima volta sentì i finimenti su di sé. Intorno al collo gli fu sistemato un collare imbottito di muschio, collegato per mezzo di due tiranti a una striscia di cuoio che gli passava sul petto e poi sul dorso. A questa fu poi assicurata la lunga corda per mezzo della quale doveva trainare la slitta. I cuccioli che formavano la muta erano sette: gli altri erano nati prima di lui, e avevano tutti nove o dieci mesi, mentre Zanna Bianca ne aveva solo otto. Ciascun cane venne assicurato alla slitta per mezzo di una sola corda, e tutte le corde avevano lunghezze diverse. La differenza tra una tirella e l'altra era almeno pari alle dimensioni del corpo di un cane. Tutte le corde furono poi legate a un anello che si trovava sulla parte anteriore della slitta, che, trattandosi di un toboga di corteccia di betulla, era priva di pattini e si sollevava invece davanti in modo da non restare bloccata nella neve.
(Da: Jack London, Zanna Bianca)


I cani della muta di Zanna Bianca vennero assicurati alla slitta condotta da: 
202. Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.  
Antonio è figlio di emigranti. Dopo la morte della madre viene affidato a una coppia svizzero-tedesca ma i suoi problemi psicofisici lo porteranno all'espulsione. Viene mandato a Gualtieri, in Emilia, luogo di cui è originario l'uomo che è ufficialmente suo padre. Qui vive per anni in estrema povertà sulle rive del Po fino a quando lo scultore Renato Marino Mazzacurati lo indirizza allo sviluppo delle sue naturali doti di pittore. Fa indubbiamente effetto assistere a pochissimi giorni di distanza dalla morte di Flavio Bucci a un film che ha al centro la sofferta vita di Antonio Ligabue.
Nel 1977 fu proprio Bucci, in quello che all'epoca si chiamava ancora "sceneggiato televisivo", in tre puntate per la regia di Salvatore Nocita, a dare uno scossone al modo di raccontare biografie in tv interpretando proprio Ligabue. In una versione cinematografica accorciata aveva vinto al Festival di Montréal il Gran Premio delle Americhe e quello per la Migliore interpretazione maschile. Non è difficile pensare che Elio Germano abbia avuto la consapevolezza di doversi confrontare con una prova d'attore che aveva segnato l'immaginario di una generazione. I confronti sono sempre complessi da affrontare ma in questo caso si può tranquillamente affermare che Germano non ha nulla da invidiare al suo predecessore. Ha saputo fare 'suo' Ligabue offrendogli quella profonda sofferenza interiore che sa spesso conferire ai personaggi che gli vengono proposti sul grande schermo.
A venirgli in aiuto in questo caso è anche l'altrettanto profonda conoscenza del mondo rurale emiliano che Giorgio Diritti possiede e che sa infondere nelle sue opere quando è necessario. Perché, a partire da quel corpo che si nasconde sotto un indumento/corazza da cui fuoriesce uno sguardo in cui paura e curiosità per ciò che lo circonda si contrastano, Diritti, grazie alla prestazione di Germano, ci racconta una vita dolorosa che dà luogo a un'arte in cui la vivacità cromatica è coinvolgente. Chiunque abbia visitato una mostra dedicata al grande pittore sa (e Diritti ce lo ricorda sui titoli di coda) quanto l'esplosione di forme e di colori ne costituisse il polo d'attrazione. Quasi che divenissero per lui strumento indispensabile per sfuggire alle sofferenze di un'esistenza marchiata dai disturbi mentali e dalla derisione. 
Tratto dalla recensione di "Volevo nascondermi" di Giancarlo Zappoli, 21 febbraio 2020, www.mymovies.it 


Antonio Ligabue:  
194. Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
"Ex ungue leonem", dicevano gli antichi: basta l'unghia per capire di che animale si tratta. […] Una sera per una riunione di lavoro mi diedero appuntamento in un ufficio di via Euclide Turba, dalle parti di piazza Mazzini, a Roma. Dovevo incontrare - per la prima volta - un gruppo di giovani con i quali si doveva far partire un giornale on line. Con l'aiuto del navigatore arrivai in quella via. Il nome non mi diceva nulla. Perciò mi fermai a leggere sulla targa all'inizio della strada: Euclide Turba, generale combattente della Prima Guerra mondiale. Non avevo visto nessuno di quei giovani redattori prima di quella sera. Mi venne l'idea di fare, per gioco, un test. Domandai: "In che via ci troviamo?" Tutti dissero il nome esatto. "Sapete chi era colui?" Nessuno lo sapeva, né ad alcuno era venuta in mente l'idea di andare, se non a leggere sulla targa, a cercare su Google, su cui si cerca ormai di tutto, anche le cose più insignificanti.
Durante gli orali dell'esame per giornalisti, a un candidato di Brescia dico (ma non era una domanda, sia chiaro, era solo una mia curiosità, espressa anche per avviare l'interrogazione): "È vero che gli abitanti di Brescia sono irascibili, permalosi?" Il candidato si stupisce di questa mia sortita, ma poi sembra incuriosito quando gli illustro il perché delle mie parole: in un famoso romanzo dell'Ottocento, il personaggio principale, dopo aver furiosamente litigato con un suo amico, gli lasciò il mattino dopo sul tavolo questo biglietto: "Parce mihi quia brixiensis sum" ("Perdonami, perché sono bresciano").
Il candidato però, stranamente (!?!) non mi domanda il titolo del romanzo; allora io per incuriosirlo, gli dico: "Glielo dirò al termine dell'interrogazione". […]. Ma quando rientra, dopo aver appreso l'esito positivo dell'esame, […] quando arriva a stringere la mia mano, si limita a un "grazie", e va via. Mi aspettavo che mi domandasse: "Qual era poi il famoso romanzo in cui si dice che i bresciani sono irascibili?" Invece niente. A Roma dicono una frase greve ed espressiva che in questo caso viene a proposito: non gliene poteva fregà de meno. Per soddisfare la curiosità del lettore, che invece immagino si sia già incuriosito, aggiungo che il romanzo era "Piccolo Mondo Antico", di Antonio Fogazzaro, e chi scrive il biglietto di scuse è il protagonista Franco Maironi al professor Gilardoni.
(Tratto da: Mario Nanni, "Il curioso giornalista. Come vestire le notizie", Media Books) 


Il candidato di Brescia a cui si fa riferimento nel brano: 
186. Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. 
Ed ora è giusto, o Ateniesi, che io mi difenda per primo dalle vecchie accuse e dai vecchi accusatori; in seguito poi mi difenderò dalle accuse e dagli accusatori più recenti. In effetti numerosi sono coloro i quali già da tempo, anzi da molti anni ormai, mi accusano presso di voi senza aver mai detto nulla di vero; e sono proprio costoro che mi fanno più paura, che non Anito e i suoi seguaci, anche se non sono meno temibili. […] Costoro infatti vi hanno fatto credere che v’è un certo Socrate, uomo sapiente, indagatore dei fenomeni celesti e dei misteri che si nascondono sotto terra, capace di far prevalere la causa cattiva sulla buona. Sono questi, o Ateniesi, i miei temibili accusatori, questi che hanno sparso sul mio conto tale fama giacché essi sapevano bene che chi si dà a un tal genere di ricerche è generalmente creduto un ateo.
E numerosissimi sono gli accusatori che da gran tempo mi recano danno avendo parlato a voi in quell’età in cui, per essere ancora fanciulli, più facilmente si è inclini a credere; e alcuni di voi erano addirittura ancora adolescenti: né hanno esitato ad accusare un assente che nessuno era pronto a difendere. E ciò che è più sconcertante è che non si possa né conoscere, né citare i loro nomi, salvo di quelli che per invidia o per calunnia hanno insinuato tali accuse, sia quelli che, persuasi, hanno a loro volta finito col persuadere altri.
Tutti costoro costituiscono per me un grave imbarazzo: non è possibile, infatti, né portarli qui a comparire, né confutarli nelle loro accuse. È pur necessario, quindi che io mi difenda come se stessi combattendo contro le ombre, senza che vi sia alcuno che possa ribattere le mie argomentazioni. È chiaro, dunque, come vi siano per me due specie di accusatori: gli antichi e i recenti. Consentite allora che io mi difenda per prima da quelli che per primi mi hanno accusato e in modo più temibile che non abbiano potuto fare i secondi: giacché, o Ateniesi, si tratta di provarsi a trarre fuori dagli animi vostri una calunnia che vi si annida da così lungo tempo, e trarla fuori invece in così breve tempo. Il mio augurio è di riuscirvi, se ciò ha da essere un bene per me e per voi; non me ne nascondo però le difficoltà. Vada pure come a Dio piacerà: il mio dovere è di obbedire alla legge e di espletare la mia difesa.  
(Platone, "Apologia di Socrate", Edizioni Acrobat, a cura di Patrizio Sanasi) 


Dal brano è possibile dedurre che la principale accusa rivolta a Socrate è quella: 
178. La filosofia cristiana dei primi secoli è nota con il nome di:  
170. Quale alternativa riporta i seguenti scienziati secondo il corretto ordine cronologico di nascita?  
162. In base alla Costituzione, chi nomina il presidente del Consiglio dei Ministri? 
154. Quante sono le stelle sulla bandiera dell'Unione Europea?  
146. Le leggi di Keplero concernono: 

Ricette e drink

TastoEffeUno.it

Copyright 2022 - ASSODOLAB, Associazione Nazionale Docenti di Laboratorio

Ente accreditato e qualificato dal MIUR per la formazione del personale della Scuola - Direttiva 170 del 21/03/2016.
Via Cavour, 74 - 76015 TRINITAPOLI BT - Italy
Telefono 339.2661022 - P. IVA 03039870716

PRIVACY: Questo sito utilizza cookie di terze parti (Google AdSense, Google Analytics) per migliorare servizi ed esperienza dei lettori. MAGGIORI DETTAGLI

DICHIARAZIONE DI NON RESPONSABILITA': Il titolare del sito non si assume alcuna responsabilità per eventuali danni diretti o indiretti derivanti dall'uso delle informazioni presenti nel sito o non aggiornate. L'accesso e l'utilizzo del sito avvengono sotto la responsabilità dell'utente. Tutti i contenuti del sito sono usufruibili in maniera gratuita. Non viene mai richiesto dagli autori del sito di utilizzare carte di credito o altri strumenti di pagamento.